E perchè cotesto libro non potrebbe essere la Beatrice Cenci? Che importa a me dell'orrido che vi soverchia se quindi, per lo appunto, l'odio contro la insanguinata menzogna che regna in Roma divamperà smisurato nel cuor de' lettori? E ancora ricordiamoci aver io di corto notato come l'orrida bellezza di molte pagine di quel romanzo sia a quando a quando consolata da sprazzi di una luce soavissima di gentili affetti.
Ma non perchè il Guerrazzi si dimostri avversario della Corte e della Curia romana, egli parla ed opera da nemico del Cristianesimo; al contrario ripone in esso ogni sua fidanza di terrena felicità, sapendo di certo che esso, «direttamente inteso, contiene la morte del verme che rode le presenti generazioni, l'amore storto ed esclusivo di sè, e presenta una formula larghissima entro la quale gli uomini possono svolgersi per lungo spazio di tempo verso il loro migliore elemento... ma intendiamoci bene: il Cristianesimo...»
Questo vale per il mondo di qua; come poi Guerrazzi intenda Dio e la religione nella loro manifestazione ed effetti al mondo di là, parmi venga dimostrato da quel racconto-fantasia intitolato Fides, uno (egli forse lo chiamerebbe) stravizio del suo spirito, del quale più nuova, ispirata e cara cosa non trovò mai, per quanto io mi conosca, immaginazione fervidissima di innamorato lirico poeta. Due angeliche creature, nate l'una per l'altra, congiunte d'amore, sono costrette a separarsi perchè, professando religione diversa che niuno dei due vuole rinnegare, non hanno speranza di terrene nozze.
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