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      Ai dì nostri un certo modo che a sproposito dicono umoristico invase la letteratura, massime giornalistica, in Italia. E, a detto d'alcuni, parrebbe facilissimo genere di scrittura, come quella che si versa a sprazzi dalla penna senza faticare di poca o molta meditazione la mente, nè cavar dal cuore affetti profondamente sentiti. Una naturale giocondità dell'animo, la quale non ci consenta di osservare le cose oltre la bucia, ma appena ce le lasci sfiorare alla leggera, e, di fronte al serio ed al lagrimoso, ci mantenga sul labbro, inalterato e inalterabile, il cachinno; una abitudine di proposito pigliata e fermamente mantenuta di trattare così le piccole come le grandi cose, e perfino le speculazioni del pensiero, gli arditissimi voli della fantasia e le vive commozioni della passione, e gli uomini e i tempi non altrimenti che giuocatoli da bambini; una destrezza nel frugare materia di gioco in tutti e in tutto; uno scettico infischiarsi del vento e della pioggia senza un rispetto al mondo del merito e della virtù, facendo un fascio del bene e del male, purchè torni in riso, sembrano doti anche soverchie per atteggiarsi a scrittori umoristici. Se questo giovi a mantenere salda la fede nel vero e viva la reverenza e quindi l'autorità morale di coloro che si prendono l'arduo cómpito di propagarlo; se, a formare la presente e preparare la futura generazione degna del tempo e del paese libero, tacerò: solamente affermo che quello non è umorismo; Rabelais, Shakespeare, Swift, Heine, Thümmel, Claudius, Tieck, Leopardi informino.


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Biografia e rivista critica delle opere di F.D. Guerrazzi
di Ferdinando Bosio
1869 pagine 96

   





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