Vi sono, certamente, accozzate gravissime accuse contro la politica, l'arte, la letteratura, gli scrittori e gli uomini francesi, ma non manca la generosa confessione: la Francia essere la vite d'Archimede in Europa, e aver ella impreso l'arduo cammino della libertà quando gl'Italiani, per esempio, si erano addormentati. Quindi, pure seguitando le tradizioni della vecchia nostra scuola, la quale, da Machiavello fino ad Alfieri e da Alfieri a Gioberti, ci ammaestra alla diffidenza negli uomini di Francia statici mai sempre, in ogni secolo, piuttosto avversi che favorevoli, e nemici che amici, nondimanco accortamente considera i tempi mutati poter avere eziandio mutate le relazioni fra la nazione italica e la francese, massime dopo l'ottantanove; molte che furono un tempo, o parvero, grandi verità, essere, non dirò pregiudizj, ma giudizj antiquati; senno politico, ricercare come, perchè ed in quali parti delle loro dottrine i nostri sommi maestri peccarono; e la maniera più spedita e prudente di raddrizzarne le idee manco rette o non più tempestive. Epperciò, non già ripudiando le lezioni del nostro passato, ma accettandole con cautela, non mai soverchia in cose politiche, noi Italiani dobbiamo trovare giusto e saggio che non siano sempre così esattamente praticate da riuscire, all'uopo, perniciose e fatali.
Cominciata con una invettiva contro i nostri vicini, la Torre di Nonza si chiude con un appello alla fratellanza: sembra contraddizione; forse è sapienza.
La Storia di un moscone è, con titolo strano e sotto forme di un romanzo, l'illustrazione, mi si perdoni il vocabolo moderno, di una côrsa tradizione popolare; dove il Guerrazzi, sapientemente giovandosi delle circostanze di paese, di tempo e di costumi, profondendo in ogni pagina le gemme più splendide della lingua e dello stile e i tesori di quella che altri chiamò la prima fantasia di Europa, seppe animare di gagliarda vita e vestire di novità un fatto trito e ritrito cui non pure un comune di Corsica, ma rammentano nelle loro cronache e nelle tradizioni del popolo conservano parecchie città del continente italiano; per esempio, Cuneo nel Piemonte e Ivrea nel Canavese.
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