Il quadro poi si ammira arditamente concetto, potentemente eseguito, viva espressione dell'anima e de' sentimenti del pittore; ma questi non si caccia ad ogni passo tra l'opera sua e chi la riguarda, per dichiararla, commentarla egli stesso, additarne il pensiero recondito e costringere, volenti o restii, gli uomini a immedesimarsi con esso. Quivi, come nei romanzi della scuola manzoniana, scomparisce l'autore e l'opera rimane; la quale è condotta in guisa che ella stessa, mano mano che drammaticamente si sviluppa nelle singole parti, sia commento a sè. Digressioni, allusioni, più o manco benigne, a persone, a cose, a tempi che non sono quelli di cui si tratta, occorrono rarissime e brevi, fugaci come guizzo di baleno. Il genio dello scrittore che in altri suoi libri si manifesta specialmente per nobilissimi slanci di passione che prorompe tratto tratto a mezzo il racconto quasi a illuminarne di nuova e maggior luce questa o quella parte, e per arditi voli di fantasia onde sembra che egli, Prometeo novello, tenti rapire al sole la favilla animatrice, diversamente si rivela in questo racconto del Paoli. Cioè nel grandioso del concetto, nella sapiente analisi del fatto, nella invenzione e distribuzione dei varj gruppi di personaggi i quali, comechè esprimano ciascuno un lato della idea che forma il quadro, nondimanco si dànno la mano a vicenda; e s'intrecciano intorno alla figura principale del Paoli, punto di riunione che li raccoglie e li scuopre legati in un insieme, in un pensiero generale di cui tutti sono la dimostrazione, il Verbo rivelatore.
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Prometeo Paoli Paoli Verbo
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