Gli altri più presto appartengono alla storia politica, il Paoli alla letteraria.
Al Guerrazzi dovette riuscire, più che ogni altro, caro questo lavoro per ricambiare con esso e con la Torre di Nonza e la Storia di un moscone la generosa ospitalità ricevuta dai Côrsi dopo la sua liberazione dal carcere nel 1853; ma, sovratutto, perchè spesso ne' suoi libri si lagna di dover tentare volo men alto del suo desiderio, non avendo più cose che amerebbe rappresentare, vedute coi propri occhi; nè baciata la sacra terra dove accaddero altre cui l'anima sua comprende ma il suo labbro e la sua penna non credono esprimere in modo abbastanza degno, molto della ispirazione scemando la lontananza o la non compiuta conoscenza. Ora il tema del Pasquale Paoli, non altrimenti di ciò che gli avvenne per lo Assedio di Firenze, egli potè in persona studiare sui monumenti e nelle tradizioni, in que' luoghi dove gli egregi fatti di lui e de' suoi furono operati. Il cielo, il suolo, la memoria degli uomini, le circostanze tutte tornarono all'autore fonte di maggiore e più calda ispirazione. Per risuscitare intero il passato e descrivere, quasi vivi e presenti, i morti che si resero degni di sopravvivere alla tomba, egli potè, quale tra le rovine d'Ilio rasa due volte Foscolo dipinge Omero, penetrare negli avelli e interrogare le ceneri di coloro che lo storico ricorda al poeta.
XII.
Della serenità e calma di cotesta nuova maniera del Guerrazzi anche si potrebbe da qualcuno renderne in parte merito alla maggiore tranquillità di spirito ch'egli godette per qualche anno, dopo una improvvisa e arditissima fuga dalla Corsica - sotto ligure cielo, in riva al mare - a due spanne da Genova.
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