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      Dirà qualcuno, è una novità cotesta guerrazziana interpretazione del carattere e delle geste di Andrea Doria. Forse non l'è, risponderebbero il Foglietta, il Brusco Canonico. E, Celesia e altri, ma, se pure lo fosse, in fatto di ricerche storiche non si vuole essere soverchiamente studiosi di ogni cosa vecchia, nè le novità tenerle sempre per false, e pericolose fautori esclusivi della tradizione che si appoggia sulla autorità, paurosi del vero che può e deve scaturire dalla investigazione e dallo esame. Le cieche idolatrie, se in ogni tempo avrebbero dovuto sembrare poco lodevoli, peggio sono da biasimarsi nel nostro; nel quale la libertà, come concede nuovi diritti allo storico, così gli impone nuovi doveri; e, primo fra tutti, quello di procedere con acutezza e ardimento alla scoperta della verità in ogni cosa e sopra ogni persona, onde i giudizj consegnati ne' suoi libri acquistino virtù di sentenza di giusto tribunale. Male apprenderanno a battere la via retta i posteri, se anco la storia si farà piaggiatrice della fortuna; se l'esito degli eventi e non il senno che li condusse darà norma ai giudizj; se, perchè altri fu degno di molto encomio in alcune delle sue gesta, si pretenderà ch'egli abbia ad essere sempre celebrato per tutte; e in una parola, se, perchè gli uomini grandi posseggono virtù non comuni, si vorranno celarne i difetti, anzi aggiugnerli a quelle, come se difetti non fossero, ma virtù.
      Seconda alla vita del Doria e di pubblicazione quasi contemporanea è quella di Francesco Ferruccio.


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Biografia e rivista critica delle opere di F.D. Guerrazzi
di Ferdinando Bosio
1869 pagine 96

   





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