DELL'ESISTENZA DI CRISTO
Come fu già notato, i soli autori profani che abbiano parlato di Cristo e che si vogliono avere in conto di testimoni della sua esistenza, furono lo storico ebreo Giuseppe, Tacito, Svetonio e Plinio.
Ora esamineremo le testimonianze di questi scrittori una ad una e vedremo che non solo esse non provano l'esistenza di Cristo, ma costituiscono nuove prove del contrario.
Di questi scrittori il solo che potrebbe avere il valore di testimonio è Giuseppe, perché storico ebreo, quantunque anch'egli sia vissuto ed abbia scritto molti anni dopo il periodo assegnato alla vita di Cristo.
Orbene: Giuseppe parla di Cristo solo incidentalmente, in queste poche righe: «In quello stesso tempo nacque Gesù, uomo saggio, se tuttavolta si può chiamarlo uomo, poiché egli fece delle opere ammirabili, insegnando a coloro che amavano inspirarsi alla verità. Non solo egli fu seguìto da molti Ebrei, ma eziandio da Greci. Era il Cristo. I principali della nostra nazione avendolo accusato davanti a Pilato, questi lo fece crocifiggere. I suoi partigiani non l'abbandonarono nemmen dopo la morte. Vivente e risuscitato, egli apparve loro il terzo giorno, come i santi profeti avevano predetto, per fare mille altre cose miracolose. La società dei cristiani che sussiste anche oggi ebbe da lui il suo nome»(11).
Il Salvador, il Renan e lo Stefanoni, già citati, e gli altri scrittori in genere, ritengono che siano state soltanto alterate le parole di Giuseppe che abbiamo scritto in corsivo.
Tale opinione si comprende in autori che, pure non credendo nella divinità di Gesù, tuttavia hanno creduto nell'esistenza di un Gesù, uomo più o meno grande, dal quale ripeterebbe la propria origine il cristianesimo.
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