Ma ciò è ancor poca cosa.
Prima del Concilio di Nicea la Chiesa, i Santi Padri stessi si servivano indifferentemente dei Vangeli che poscia furono dichiarati apocrifi come di quelli che furono conservati, perché allora era uguale per tutti l'autorità che si attribuiva ai numerosi Vangeli.
E non è tutto.
Molte leggende furono conservate dalla Chiesa, le quali si trovano soltanto nei Vangeli dichiarati apocrifi; mentre nel Nuovo Testamento vi sono citazioni che si riferiscono appunto a leggende contenute soltanto negli apocrifi.
Riepiloghiamo: anonimia, incertezza sulle origini, scelta dovuta al caso e mancanza di criterio per la pretesa autenticità conferita dalla Chiesa ai Vangeli attuali: ecco a cosa si riduce l'autorità del Nuovo Testamento!
Eppure altre circostanze la sminuiscono ancora.
Dapprima le alterazioni numerose cui andarono soggetti gli stessi Vangeli attuali, alterazioni dovute alla imperizia dei copisti, e soprattutto alle falsificazioni delle varie sette.
La quale ultima circostanza ci spiega, come bene intuì il Baur, la contrarietà delle dottrine conglobate nel Nuovo Testamento nel quale fanno a pugni tra loro.
Poscia le diversità degli esemplari sui quali fu fatta la traduzione in lingua latina del Nuovo Testamento; diversità così numerose e gravi che san Gerolamo temeva di passare per falsario, per essere costretto, com'era, a doversi costituire a guisa di arbitro onde scegliere fra tanta moltitudine di esemplari delle scritture disperse per tutto il mondo e tutti diversi, e dichiarava di aver dovuto «aggiungere, cangiare e correggere».(51)
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