Soprannaturali nel Cristo non sono soltanto i suoi miracoli e la sua potenza miracolaia, ma la sua stessa persona, la sua missione, come la natura e lo scopo dei libri che ne parlano.
Tra i Vangeli sinottici ed il quarto non c'è differenza di natura, ma solo di grado.
Se nei Vangeli sinottici è maggiormente afferrabile l'elemento umano di Cristo, questo elemento non è meno favoloso dei suoi miracoli, perché non riguarda un determinato uomo, ma il Redentore, un determinato Redentore. La persona di Cristo nei Vangeli sinottici è quella stessa che i libri sacri indiani ci dànno di Cristna e di Budda, i libri sacri persiani di Mitra, i libri sacri egiziani di Oro, e poscia di Serapide, insomma è la persona del Redentore. La sola differenza fra i sinottici e il Vangelo di Giovanni sta in ciò: che la concezione di Cristo dei primi tre Vangeli è una copia più genuina degli Dei Redentori delle religioni orientali, nei quali l'elemento antropomorfo è più ingenuo; mentre il quarto Evangelo si risente dell'influenza dogmatica e metafisica dell'ellenismo, o meglio del neoplatonismo alessandrino.
Ma tanto nei sinottici quanto nel Vangelo di Giovanni, Gesù Cristo è soprannaturale non solo per i suoi miracoli, bensì nella sua stessa essenza(58).
I Vangeli tutti non ci fanno conoscere che un Cristo solo, e questo Cristo è un Dio: maggiormente antropomorfo nei sinottici, meno antropomorfo e più metafisico nel quarto.
Non è quindi lecito sceverare dai Vangeli unicamente la parte miracolosa, per ridurre ai minimi termini la parte che si crede poter umanizzare e biografare.
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