Dimostreremo più innanzi che tutto, in Cristo, non è che simbolo, anche quando i Vangeli non lo dicono esplicitamente, e non citano i relativi passi dell'Antico Testamento; che egli non venne al mondo e non agì se non per compiere il piano teologico predeterminato dall'Antico Testamento.
Qui abbiam voluto soltanto cogliere dal linguaggio degli evangelisti stessi la confessione di questa circostanza capitale: che Cristo non fece e non fu egli stesso se non ciò che la Scrittura aveva ordinato che egli avrebbe dovuto essere.
Or non dirà nulla questa circostanza essenzialissima?
Non significa essa forse che Cristo non è mai esistito, ma che gli evangelisti lo hanno inventato, per adempiere le Scritture?
Si ha un bel girare e rigirare la questione, ma l'unica conclusione plausibile è questa.
Togliete a Cristo la realtà storica, e voi avrete spiegata anche la questione delle profezie: lasciatela sussistere, e la questione delle profezie rimarrà umanamente insolubile.
Ora, siccome oggi è semplicemente assurdo il solo pensare che vi possano essere profeti e profezie, e che le profezie possano realizzarsi punto per punto, minutamente e a distanza come sarebbe avvenuto per Cristo, così giova concludere: o che le profezie furono inventate per venire applicate a Cristo, o che Cristo fu inventato per venir applicato alle profezie. La prima ipotesi essendo smentita dalla storia, e dalla circostanza indeclinabile che in tal caso le profezie e la loro realizzazione non avrebbero lasciato nulla a desiderare, si viene necessariamente alla seconda, a quella, cioè, che Cristo fu inventato per realizzare le profezie.
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