La quale, inoltre, risolve tutte le difficoltà inerenti a tale soggetto: perché dà la chiave per spiegare anche il fatto che tante profezie furono stiracchiate onde renderle applicabili, perché esse non erano così concordanti da rendere possibile la loro perfetta conciliazione in una persona sola. Come spiega l'altro fatto che fece sudare tante camicie ai critici, della mancanza e della inesattezza di molte profezie la cui realizzazione i Vangeli annunciano nel Cristo: imperocché può darsi che quelle profezie esistessero allora e poi siano andate smarrite nelle numerose vicende della Bibbia, oppure che fossero dappoi alterate. Come pure basterebbe il solo fatto che tale fosse la credenza degli evangelisti, vale a dire che essi credessero che quelle profezie inesistenti o inesatte esistessero e fossero quali essi credevano per giustificare il loro lavoro di adattamento del Cristo alle profezie stesse.
Tale soluzione toglie di sana pianta anche una infinità di altre assurdità che si riscontrano nella Bibbia a causa di questo piano predeterminato di applicare il Cristo alle profezie: poiché dimostra la causa di tante discordanze e di tanti controsensi nella circostanza che gli evangelisti, preoccupati a scrivere di un Cristo immaginario, studiarono solo di porlo in relazione con le esigenze dogmatiche del soggetto, e ben poco invece di adattarlo alle circostanze della narrazione e dell'ambiente.
I positivisti ed i razionalisti, non potendo accettare la pretesa teologica che Cristo fosse Dio e che, pertanto, la sua vita fosse stata profetata da uomini inspirati divinamente, ma d'altra parte non essendo ancora venuti a negare l'esistenza umana di Cristo, si trovarono nell'insuperabile imbarazzo di dover spiegare come mai l'uomo Gesù, senza il concorso di cause soprannaturali da essi negate, avesse potuto adempiere le profezie.
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