Gesų sale su di una montagna anonima, č accompagnato anch'egli da tre persone che sono come il comitato dirigente degli apostoli; Gesų diventa risplendente come Mosč; la nube lucida entra in scena anche qui; discendendo dal monte Gesų trova il giovane ossesso che i suoi discepoli non avevano saputo guarire e il suo primo sentimento č il corruccio per la loro impotenza contro il demonio. Con Gesų compaiono sul monte Mosč ed Elia; il primo, per rendere pių evidente il passaggio dal primo al secondo salvatore; il secondo, per realizzare la profezia di Malachia, secondo la quale Elia doveva tornare in persona prima del Messia, sicché la sua sostituzione con Giovanni Battista avrebbe lasciato una lacuna. Tanto sul Sinai quanto sulla montagna della trasfigurazione la nube prende la parola; nell'Esodo le sue parole sono i comandamenti di Mosč, nel Vangelo, conformemente al senso modificato, č la testimonianza di Dio ai discepoli sul conto di Gesų. Ma anche queste parole sono copiate dall'Antico Testamento(81) e di pių la frase finisce con la medesima parola che serve di conclusione al passo del Deuteronomio in cui il legislatore promette a Israele un profeta simile a lui: Ŧascoltateloŧ(82).
L'entrata di Gesų in Gerusalemme fu adattata alle profezie di Isaia(83) e di Zaccaria(84). Anzi, perché l'adattamento a quest'ultima fosse letterale, l'evangelista fa viaggiare contemporaneamente Gesų su di un'asina e su di un asinello sul breve tratto fra Betfage e Gerusalemme, perché il passo del profeta era stato male interpretato, avendo egli ripetuto poeticamente due volte la parola asino, ciō che all'evangelista parve doversi intendere come se gli asini dovessero essere due.
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