Tutto il piano ed i dettagli stessi dell'istoria della crocifissione gli evangelisti li hanno tolti di sana pianta dal capo LIII d'Isaia e dai Salmi XXII e LXIX. In più Giovanni, preoccupato a far vedere in Gesù il vero agnello pasquale, aggiunge l'isopo, che nell'Esodo(93) è impiegato appunto nel sacrificio dell'agnello pasquale.
Se Cristo sceglie la Pasqua per essere crocifisso, gli è perché la sua missione è appunto quella dell'Agnello pasquale, di essere sacrificato a Pasqua per riscattare l'umanità dal peccato originale. E qui ci si permetta di deplorare il grande spreco di energia fatto da coloro che, pur volendo conservare in Cristo l'uomo, si arrovellarono il cervello per spiegare ciò che, senza togliere a Cristo ogni realtà storica, è affatto impossibile, vale a dire lo spostamento del giorno del suo sacrificio, come se questo fosse storico, e non soltanto simbolico, e come se lo spostamento avesse avuto altro scopo fuor quello di cambiare la data della Pasqua ebrea, come se n'era cambiato il simbolo, sostituendo all'agnello materiale l'agnello simbolico.
I due ladroni in mezzo ai quali Gesù viene crocifisso sono da Marco stesso messi in relazione con la profezia di Isaia(94).
Matteo e Marco mettono in bocca a Gesù le parole: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai lasciato?» Ora, nel Salmo XXII, v. 2, si legge appunto: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai lasciato?»
Le parole: «Padre, perdona loro perché non sanno quel che si facciano», sono messe in bocca a Gesù per realizzare ciò che Isaia aveva detto del genitore di Dio il quale, messo fra i malfattori e caricato dei peccati di molti, egli stesso si sarebbe caricato delle loro iniquità(95).
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