Ond'è che di tutto quell'abracadabrante libro ch'è la Bibbia tutta, noi non rileveremo se non quegli elementi contradditori ed assurdi che si riferiscono al suo Cristo, e di essi medesimi, per ragion di brevità, soltanto quelli essenziali.
Poiché il nostro ufficio è quello soltanto di vedere se un uomo nelle condizioni del Cristo biblico abbia potuto esistere, ci basterà di cogliere sul suo conto quelle contraddizioni essenziali e quelle assurdità essenziali che sono nella Bibbia stessa e che ne escludono assolutamente l'esistenza umana e reale, e perfino la possibilità di questa esistenza.
In quanto che se nella vita, nella dottrina e nelle azioni di un uomo, anche del più grande, sono possibili le contraddizioni e se certe assurdità possono riscontrarsi nei suoi biografi, tuttavia né le une né le altre potrebbero riferirsi nel medesimo tempo alla medesima persona e in ogni atto o fatto o pensiero di essa e a tutta la sua vita, perché una persona siffatta non è possibile, non potendo la medesima persona essere e non essere, fare e non fare, dire e non dire, nello stesso tempo e in condizioni estranee all'umanità.
Per esempio, se di quattro autori che hanno pari autorità e che si propongono di scrivere sul medesimo eroe, puta caso su Tizio, l'uno dice che Tizio è nato, vissuto e morto a Roma, l'altro a Parigi, il terzo a Calcutta, il quarto a Pechino, e se l'uno dice che Tizio ha sempre pensato bianco, l'altro nero, l'altro bigio, l'altro rosso; se l'uno fa agire Tizio in un senso mentre l'altro lo fa agire in un altro senso e il terzo ancora in diverso senso e il quarto in un senso ancora opposto, e questo facessero in ogni incontro, per tutta la vita, anche nei fatti capitali, e contemporaneamente, noi avremo il diritto di diffidare di questi biografi.
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