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      Secondo Matteo (XXVII, 45), Marco (XV, 33) e Luca (XXIII, 44) dall'ora sesta alla nona, nella quale Gesù avrebbe reso l'ultimo sospiro, vale a dire da mezzogiorno fino alle tre pomeridiane, tutta la terra sarebbe stata coperta di tenebre. Inoltre secondo Marco (XV, 25) Gesù sarebbe stato crocifisso all'ora terza del giorno, vale a dire alle 9 ant. Invece secondo Giovanni (XIX, 14) alla sesta ora, cioè a mezzodì, non solo Gesù non era ancora in croce, ma non sarebbe stato neppure condannato a morire. A quell'ora Pilato lo consegnava agli Ebrei dicendo «Ecco il vostro Re».
      Si fu solo allora, secondo Giovanni, che Gesù sarebbe stato condotto al supplizio. Ora, siccome al dir degli altri evangelisti da mezzodì alle tre pomeridiane erano tenebre su tutta la terra, mentre secondo il quarto evangelista è precisamente in questo tempo che avrebbero avuto luogo la salita al Golgota e la crocifissione, ne viene che il quarto evangelista fa compiere tutte queste cose nelle più fitte tenebre, le quali però non impediscono a lui, che si dice presente, di vedere quanto succede, né agli altri di compirlo.
      Le contraddizioni che seguono la sua resurrezione non fermeranno un istante solo la nostra attenzione, perché escono dal campo della ragione per entrare in quello soprannaturale, che è desso stesso uno dei criteri per la condanna della veridicità della Bibbia.
      Per contro, ci interesseranno in sommo grado le contraddizioni che la Bibbia medesima pone sulla bocca e nel contegno di Cristo, in quanto parli e agisca come uomo.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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