Nella celebre sentenza in cui glorica la povertà, secondo Luca, Gesù avrebbe parlato in senso concreto dei poveri, ossia di quelli che soffrono materialmente la fame e la sete(141); mentre secondo Matteo egli avrebbe parlato invece dei poveri di spirito, e di quelli che hanno fame e sete di giustizia(142).
Quanto ai pubblicani, Gesù li tratta ora con predilezione(143), ed ora con odio e con disprezzo(144).
Circa le buone opere, Cristo dice al tempo stesso che devono(145) e che non devono(146) essere vedute dagli uomini. Egli stesso, in relazione col primo modo di vedere, comanda all'indemoniato di Gheraseni da lui guarito di pubblicare il miracolo(147); ma, in relazione col secondo modo di vedere, rifiuta spesso di far miracoli, insulta coloro che gliene domandano(148), ed ingiunge a coloro che guarisce ed anche ai testimoni di non far sapere a nessuno l'avvenuto(149).
Quanto all'uso della forza fisica, della resistenza, insomma della violenza, Cristo lo raccomanda e lo pratica(150) e pur lo sconsiglia(151).
«Chi non è meco è contro di me» dice Cristo in Matteo(152) e in Luca(153). Ma in Marco egli dice: «Chi non è contro di noi è con noi.»(154). La contraddizione non può essere più grave.
Secondo Matteo(155), Marco(156), e Luca(157) Gesù raccomanda l'uso dei sacrifici. Ora in nessun punto della Bibbia Gesù prende parte a sacrificio alcuno.
Ma la principale, la capitale e la più irreduttibile delle contraddizioni è quella che riguarda la missione stessa di Cristo. Secondo Matteo(158) Gesù dice che egli non è venuto per abolire la legge né i profeti; invece secondo Luca(159) egli dice che la legge ed i profeti han fatto il loro tempo!
| |
Luca Gesù Matteo Gesù Cristo Gheraseni Cristo Cristo Matteo Luca Marco Matteo Marco Luca Gesù Bibbia Gesù Cristo Matteo Gesù Luca Gesù Cristo
|