Ma come attribuire a questo magistrato la responsabilità della condanna di un innocente ove questo fatto non fosse stato vero? Donde la necessità per gli evangelisti di non far dipendere se non indirettamente da Pilato un atto odioso che senza di lui non avrebbe potuto aver luogo.
Sonvi poi nei Vangeli delle assurdità che sarebbero immorali, o, se meglio piace, delle immoralità che sarebbero assurde, perché offuscano e macchiano senza necessità il carattere di Cristo, ove non fosse evidente la loro ragion d'essere e l'origine simbolica e mitologica. Citiamo, a cagion d'esempio, il consiglio dato da Gesù ai suoi compatrioti di fuggire davanti ai nemici (Matteo XXIV, 16-17; Luca XXI, 20), il quale tradisce l'imitazione di Geremia; il comando dato da Gesù ai suoi apostoli di non salutare alcuno quando sono in viaggio (Luca X, 4), il quale non è che una grossolana e mal collocata imitazione di quello dato da Eliseo al suo servitore per motivi determinati, che qui non esistono; ed il consiglio del capo XIV di Luca, dato da Gesù ai commensali di non mettersi ai primi posti onde il padrone non li faccia passare agli ultimi, e di mettersi agli ultimi posti affinché il padrone li faccia salire ai primi, lezione d'ipocrisia e d'orgoglio ove non fosse data per compire questa massima dell'Antico Testamento: «Chiunque s'innalza sarà abbassato, e chi si abbassa sarà innalzato» (Giob. 22, 29; Sal. 18, 27; Prov. 29, 23; 25, 67).
Cristo parlava in parabole onde chi lo sentiva non l'intendesse, e questo faceva non solo verso i nemici e i non predestinati, ma anche, ed a più riprese, ai suoi discepoli(165). Ora questo sarebbe fatto di tale assurdità da sbalordire anche i più saldi ortodossi e da renderli incapaci di darsene una ragione.
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