Ma l'assassinio di questo Zaccaria, di cui parla lo storico Giuseppe, avvenne l'anno 67 dell'êra nostra, vale a dire molto tempo dopo l'epoca che i cristiani assegnano a Gesù. Onde ne consegue: o che Gesù avrebbe parlato a vanvera, o che egli avrebbe parlato d'un avvenimento successo molto tempo dopo di lui come se fosse già successo. Ora il primo corno del dilemma è da escludersi in ogni caso; e quanto al secondo, esso dimostra che i Vangeli furono scritti molto tempo dopo l'epoca assegnata a Cristo, e che i loro autori non erano abbastanza scrupolosi da rispettare la verità storica, ma che, nel mentre creavano il mito, gli attribuivano parole assurde sulla sua bocca, senza dubitare che queste parole avrebbero, in un'epoca di minore credulità, tradito la loro impostura e le loro invenzioni.
Una delle figure bibliche, che dimostrano la nessuna consistenza storica di questo racconto, è quella di Nicodemo. Questo ricco fariseo, membro del Sinedrio, dipinto dalla Bibbia quale persona onesta e di buona fede, che venne a trovare Gesù di nottetempo(167), che ebbe con lui una conferenza, che più tardi difese Gesù dalle prevenzioni dei suoi correligionari(168) e che, morto Gesù, circondò di pie cure il cadavere del maestro(169), questo Nicodemo non si fece cristiano.
Così e come aveva già fatto Giovanni Battista.
Ma quelli che finiscono, nella Bibbia stessa, per distruggere letteralmente, per annientare e dissipare completamente la pretesa esistenza di Cristo sono, chi lo crederebbe? nientemeno che due dei suoi apostoli: Apollo e san Paolo.
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