Anche la Bibbia, adunque, come si vede, ci porge aiuto e conforto per la nostra dimostrazione.
Capo VII
LA MORALE SETTARIA E INATTUABILE DEI VANGELINON È L'OPERA DI UN UOMO, MA DELLA TEOLOGIA
C'è, nella Bibbia stessa, una prova ancor più grande di quelle tutte da noi finora addotte contro l'esistenza di Cristo: ed è precisamente la sua morale!
Questa morale, che dagli apologisti fu portata al cielo, e che ora la critica va man mano sfrondando delle illusioni createvi intorno dalla leggenda e dall'idealità umana, questa morale è la prova più sicura che Cristo non è esistito, perché la morale che i Vangeli gli prestano non può esser l'opera di un uomo, ma è bensì quella di una determinata teologia.
Essa è troppo settaria e inattuabile per essere stata insegnata e praticata da un uomo: essa tradisce troppo le preoccupazioni teologiche e metafisiche di una setta.
Ci sono, senza alcun dubbio, delle massime veramente buone di morale nei Vangeli, non tali però da entusiasmare uno spirito positivo, perché anch'esse guastate dal misticismo: ma questa parte buona della morale cristiana, senza della quale il cristianesimo non avrebbe potuto, certamente, attecchire, non è... cristiana! come dimostreremo più innanzi, in altra parte del nostro lavoro.
Le massime: «non fare agli altri ciò che non volete sia fatto a voi stessi», e «fate agli altri ciò che desiderate venga fatto a voi», non sono una creazione di Cristo, ossia dei Vangeli, ma preesistevano nell'Antico Testamento ed a questo erano venute dalle morali metafisiche delle religioni orientali, principalmente dalla buddistica e dalla zendica o persiana.
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