Le quali parole vogliono significare necessariamente che il cristiano deve considerare come un nemico chiunque non è cristiano.
Al capo VII di Matteo, Gesù ammonisce i suoi discepoli che si guardino dai falsi profeti, i quali sono simili agli alberi che danno frutti cattivi. Ed aggiunge che ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gittato nel fuoco(208).
Al capo XV di Giovanni, Gesù dice testualmente:
«1. Io son la vite e il Padre mio è il vignaiuolo.
«2. Egli toglie via ogni tralcio che in me non porta frutto...
«5. Io son la vite, voi siete i tralci...
«6. Se alcuno non dimora in me, è gettato fuori, come il sermento, e si secca: poi cotali sermenti son raccolti, e son gettati nel fuoco e si bruciano».
San Paolo, ripetendo l'insegnamento dei Proverbi (XXIV, 17, 18; XXV, 21, 22) consiglia che si dia da mangiare al nemico che ha fame e da bere al nemico che ha sete, onde raunare dei carboni accesi sopra il suo capo, vale a dire onde Dio lo possa punire in un modo infinito(209).
Le massime della morale evangelica sono adunque esplicite nel senso teologico, ossia della intolleranza voluta dal pregiudizio religioso. E calunniò la Chiesa cattolica chi le rimproverò le persecuzioni religiose, e gli auto-da-fè come un abuso contro la morale cristiana. Poiché il fondamento di queste persecuzioni è posto nella stessa morale evangelica. Nella Bibbia stessa leggiamo le prime esecuzioni e le prime apologie dell'intolleranza poiché vi è detto che san Paolo compì in Efeso il primo auto-da-fè dannando alle fiamme gran numero di libri il cui valore, dicono gli Atti degli Apostoli, ascendeva a 50.000 denari d'argento(210). E l'apostolo Giovanni, illustrando il pensiero biblico cristiano, attesta che «chiunque si rivolta e non dimora nella dottrina di Cristo non ha Iddio, e chi non reca questa dottrina non deve essere accolto in casa, e nemmeno salutato»(211).
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