Il demonio portò loro in appresso alcune frutta; essi le mangiarono e finì subito la loro felicità. Scacciati dal luogo dove erano, uccisero gli animali per cibarsene e coprirsi delle loro pelli; e nel cuore delle infelici creature umane si annidarono l'odio e l'invidia, e furono maledette esse e le loro generazioni(243).
È dai Persiani che gli Ebrei tolsero a prestito, durante la loro dispersione sulle rive del Tigri e dell'Eufrate, dopo essere stati vinti dai re di Ninive e di Babilonia, l'idea dell'immortalità dell'anima e della vita futura, e conseguentemente la mitologia degli Angeli e dei Demoni. I nomi stessi degli Angeli - Gabriele, Michele, Raffaele, i Cherubini, i Serafini, i Troni, le Dominazioni divise in 7 ordini come le 7 sfere dei pianeti - furono copiati dalla religione persiana e dalla caldea. Lo stesso vocabolo di Satan appo gli antichi Ebrei, dice il Bianci-Giovini, significava nulla più che un uomo nemico; fu soltanto dopo l'esilio di Babilonia che fu adoperato per significare l'angelo del male. Persino l'Asmodeo, che nel Nuovo Testamento divenne la causa degli isterici turbamenti delle donne, è tolto (Tobia, III, 8; VI, 14) dall'Aehsmodaeva persiano, il dio della concupiscenza.
Il Paradiso e l'Inferno provengono pure dalle mitologie orientali. Paradiso è vocabolo tolto dalla Persia; esso significa giardino. Il Paradiso esisteva già nelle mitologie degli Indiani, dei Persiani, degli Egiziani, dei Greci (Eliso), dei Romani, dei Galli e degli Scandinavi. Dicasi lo stesso dell'Inferno, che figura già nelle mitologie degli Indiani, dei Persiani, degli Egiziani, dei Greci, dei Romani (Tartaro) e dei Galli.
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