Ma ne rimase sempre il germe primitivo, l'idea fondamentale.
Solo essa si allargò fino alla comprensione delle altre forze fisiche, e si innalzò fino al concepimento delle idee morali.
L'uomo non tardò a rimarcare che, se la vita gli era stata resa possibile dal sole creatore e dal fuoco salvatore, tuttavia altre forze la dominavano, sia nel mondo fisico che in quello morale. Nell'ordine fisico vide la produzione e la distruzione, il giorno e la notte, il caldo ed il freddo; nell'ordine morale, il bene ed il male, l'amore e l'odio; nell'ordine intellettuale, l'errore e la verità; dalla distinzione di questi due principii nacque il dualismo indiano di Brahma e di Siva, l'egizio di Osiride e di Tifone, il persiano di Ormuzd e di Arimane.
All'opposizione di questi due principii il naturalismo attribuì le grandi catastrofi che aveva prima provato la natura, i flagelli che avevano travagliato il genere umano, le guerre dei giganti, il diluvio, le eruzioni vulcaniche, i terremoti e il male morale(252). E poiché tutte queste calamità avevano sempre avuto un termine; poiché, malgrado la distruzione degli individui, erasi perpetuata la vita generale, ed il male morale non era riuscito a sopprimere il bene, il politeismo aggiunse un dio mediatore alle due divinità contrastanti, e attribuì ad esso la missione di combattere nel mondo la forza del principio cattivo. Ne venne quindi la trinità degli Indiani, composta da Brahma, Siva, Vischnu; la triade degli Egiziani, composta d'Iside, Osiride ed Oro; la trinità dei Persiani, composta di Ormuzd, Arimane e Mitra.
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Brahma Siva Osiride Tifone Ormuzd Arimane Indiani Brahma Siva Vischnu Egiziani Iside Osiride Oro Persiani Ormuzd Arimane Mitra
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