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      Il preteso Dionigi l'Aeropagita vede in Mitra un Dio a triplice forma, vale a dire concepito secondo le vicende delle stagioni. San Gerolamo stesso(253) volle trovare nel nome di Mitra un anagramma del numero 365, che è quello dei giorni dell'anno. San Paulino, vescovo di Nola, ci ha lasciato nei suoi versi una descrizione dei misteri di Mitra, in cui lo splendore di questo dio solare è opposto alle tenebre della notte, durante le quali era adorato(254). Windischmann ha riunito altre testimonianze, le quali stabiliscono che Mitra era il Sole.
      Sulle monete di Kanerki, re indo-scita, che viveva sul principio dell'êra nostra, Mitra appare come il sole circondato dal disco radioso.
      Il dio solare Mitra era pure rappresentato con la testa circondata dal disco solare, con la mano destra levata in alto e con un globo nella sinistra. Sotto questa forma è tuttora rappresentato Cristo. Il Sole Mitra, a Roma, finì per diventare la divinità preponderante, sì che fu chiamato senz'altro il Signore, come l'indica una medaglia coniata sotto Aureliano. Il monoteismo o, meglio, il prototeismo cristiano potrebbe dirsi già nato allorché tutti i popoli dell'impero romano designavano il Sole sotto la denominazione di Dominus, o di Signore. Questa evoluzione fu facilitata dal culto di Mitra, il Sole invincibile, che l'imperatore Giuliano chiamava il padre comune degli uomini. Perciò i cristiani applicarono ogni loro sforzo soprattutto per combattere Mitra, che era il più potente avversario della loro incarnazione del Dio Sole.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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