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      In Egitto il Sole era il generatore dell'universo, il creatore degli esseri e delle cose, e, come nell'India, vi era chiamato il Padre Celeste. Egli era il principio attivo e luminoso, che l'antica inscrizione d'uno degli obelischi egizii trasportato a Roma nel Circo Massimo così definiva: «Il grande Dio, il giusto Dio, il tutto splendente». Egli era il principio universale; il fluido luminoso, igneo, sottilissimo, il quale riempie l'universo.
      Sui monumenti era rappresentato con un globo fiancheggiato da due ali e sormontato da corna ondulate.
      In tutta l'America sono rimasti visibili ed evidenti le traccie dell'antico culto al Sole.
      In India, nella China e nel Giappone tutta la mitologia è la rappresentazione antropomorfica delle forze della natura, e principalmente della principale di esse, il Sole.
      Il globo alato del Sole non era solo degli Egiziani, ma anche dei Persiani e dei Fenici.
      Il Sole è rappresentato generalmente nei monumenti assiri e caldaici. L'astro del giorno era una delle principali divinità della Caldea, ove aveva altari in ogni luogo.
      La città di Sippara gli era consacrata e nelle sue chiese ardeva continuo fuoco in suo onore.
      In Siria, nella città di Edessa, un tempio era stato consacrato al dio Sole, come già a Palmira.
      In Grecia, il globo alato si trova sul Caduceo. Orfeo considerava il Sole come il più grande degli dei. Agamennone, in Omero, apostrofando il Sole, lo chiama colui che vede tutto e che intende tutto.
      Il Beleno dei Galli è una personificazione del Sole.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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