Quanto all'opinione di coloro i quali, pure ammettendo l'origine eliosistica di Cristo, ed anzi dando opera essi stessi a scalzare le basi della sua personalità storica, tuttavia concedono ancora che possa essere esistito un profeta o un agitatore politico ebreo, come tanti ne sorsero in quella nazione(261), il quale avesse nome Gesù, e intorno al quale sia venuta a formarsi la leggenda o il mito che lo fecero il segnacolo in vessillo della nuova setta, - questa opinione non regge al confronto della negazione del tipo umano che scaturisce dalla Bibbia medesima.
Che se alcuni elementi umani, o antropomorfi, furono attribuiti al Dio Redentore cristiano, tali da rendere possibile, con la distanza di tempo e di luogo, la illusione dei sensi, non dobbiamo dimenticare che l'identica cosa avvenne degli Dei Redentori dell'antichità, ai quali tutti fu data un'esistenza umana, cui hanno creduto fermamente i loro adoratori.
Ma la credenza dei loro adoratori non può bastare, come non è bastata, per provare che essi siano realmente esistiti. Credere pertanto che sia esistito Cristo, sarebbe come credere che siano esistiti Mitra, il suo grande Sosia, od Oro, o Serapide, - quello che secondo l'imperatore Adriano era chiamato anche Cristo e adorato dai cristiani - od Adone, od Apollo, o Bacco, o Jezeus Cristna. Imperocché anche a questi Dei Redentori la mitologia aveva dato corpo ed esistenza umana, e il luogo della nascita e della morte, adorato dai rispettivi fedeli. Ma l'arguto Luciano ben a ragione si rideva della pretesa delle varie religioni di adorare esse sole il dio Sole, dandogli nome ed esistenza peculiari ciascuna al loro paese singolo e con caratteri ad esso speciali, mentre la divinità era sempre la medesima ed era comune a tutte(262).
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