Nella prima diceva:
«Non ho rubato, non ho ingannato, non ho bestemmiato, non ho mentito in tribunale, non ho commesso frodi verso gli uomini, non ho tormentato le vedove(272), non ho fatto eseguire ad un capo di lavoratori più lavoro di quello che potesse fare. Non ho fatto nascere nessun turbamento. Non ho fatto piangere nessuno. Non sono stato pigro. Non sono stato negligente. Non mi sono ubbriacato. Non ho dato ordini ingiusti. Non ho mai avuto curiosità indiscrete. Non ho mai aperto bocca in pettegolezzi. Non ho mai battuto nessuno. Non ho mai ucciso. Non ho mai ordinato assassinio a tradimento. Non ho fatto paura a nessuno. Non ho detto male degli altri. Non ho lasciato che il mio cuore si rodesse per invidia. Non ho intentato false accuse. Non ho ritirato il latte dalla bocca dei lattanti. Non ho praticato mezzi di aborto».
E nella seconda: «Ho fatto agli Dei le offerte ch'erano loro dovute. Col mio amore mi sono conciliato la divinità. Ho dato da mangiare all'affamato, da bere all'assetato, ho vestito colui che era nudo, ho dato una barca a colui che non poteva continuare il suo cammino.»
Ove si vede che nell'Egitto, molti ma molti secoli prima del cristianesimo, si predicava una morale caritatevole e misericordiosa, non solo, come fecero poscia i Vangeli, ma anche la giustizia.
Pitagora, che sotto molti aspetti appartiene alla civiltà orientale, aveva molto tempo prima di Cristo insegnato a perdonare ai nemici, ed anzi consigliava di fare in modo di renderseli amici.
Il Cristo dei Vangeli non ebbe quindi nulla da insegnare alle morali religiose dell'Oriente: avrebbe, anzi, avuto dell'altro da imparare da quelle, e sotto questo rapporto sarebbe stato desiderabile che coloro i quali copiarono il suo mito dalle religioni orientali avessero copiato anche tutti i precetti buoni di quelle religioni.
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