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Niente di originale, adunque, nella morale evangelica, se non la parte meno buona, a spiegare la quale non occorre certo la presenza di nessun rivelatore né divino né umano, bastando le preoccupazioni teologiche della nuova setta!
Prevediamo l'obbiezione: se la morale cristiana fu inferiore alle stesse morali orientali, come avvenne allora che il mondo occidentale, nel quale si propagò il cristianesimo, assorse ad un'altezza di civiltà al confronto della quale i popoli orientali fanno la meschina figura? Ma la risposta fu già data dal Feuerbach, quando disse che l'Europa deve alle sue incoerenze cristiane la propria civiltà.
I cristiani occidentali, troppo positivi per sviluppare logicamente il cristianesimo ascetico e visionario, ebbero la fortuna di non lasciarsi guidare nella vita pratica tanto dalle loro idee quanto dai loro sentimenti e anche e soprattutto dagli interessi economici delle classi in lotta.
Ma l'applicazione genuina del cristianesimo non poteva dare né diede all'umanità che il sanguinario e tenebroso Medio Evo(278).
Ma torniamo all'argomento nostro.
La civiltà greco-romana, che fu poi in parte assimilata dai Padri e dai Dottori del cristianesimo, ebbe una morale la quale venne elaborata dai suoi dotti, dai suoi letterati e dai suoi filosofi, appetto alla quale quella cristiana impallidisce.
La prova fu già fatta, benché non ex professo, dal Denis(279) e dall'Havet(280) e noi non faremo che ricordare alcune delle massime più salienti di quell'epoca d'oro del pensiero umano.
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