Fin qui Seneca è prettamente cristiano: ma anche a lui il cristianesimo doveva essere inferiore. In quanto che Seneca vuole che scopo della nostra vita sia la felicità degli altri, mentre l'altruismo cristiano si limita agli eletti ed ha per causale un premio in cielo, riuscendo così un vero egoismo mascherato; Seneca vuole sopprimere la pena di morte, mentre il cristianesimo la conserva; ed infine Seneca predica la tolleranza per coloro che cadono in colpa, i quali, dice, piuttosto che perseguitati, devono essere convertiti!(285)
Non parliamo poi della filosofia di Epitteto e di Marco Aurelio, che è tutta quanta improntata di carità e di fratellanza! In generale va poi rilevato, secondo nota genialmente l'Havet, che i filosofi del mondo greco-romano furono degli ufficiali di morale e dei consolatori quali divennero poi i preti cristiani, con la sola differenza che essi non erano costituiti in casta privilegiata, né imponevano i loro dogmi con la forza.
È tempo di concludere.
S'è visto adunque che la morale cristiana s'è formata indipendentemente dal preteso Cristo, e che essa, anzi, preesisteva, in quanto ha di buono, all'avvento del cristianesimo. Questo è consolante per l'umanità, in quanto che dimostra che la morale umana non è monopolio di una setta, ma è opera dell'umanità stessa. Ond'essa si può dire antica quanto l'umanità ragionevole.
Quindi, non solo non è necessaria la presenza di un Cristo per spiegare questa morale, ma la presistenza di questa morale contribuisce ad escludere Cristo.
| |
Seneca Seneca Seneca Seneca Epitteto Marco Aurelio Havet Cristo Cristo Cristo
|