I fasti della religione romana ci presentano voci formate nell'aria; colonne di fuoco che si fermano sulle legioni; fiumi che s'arrestano alla sorgente; simulacri che sudano, altri che parlano; spettri ambulanti; piogge di latte, di pietre e di sangue, ecc.
Le espiazioni sono l'alimento ordinario delle religioni precristiane, sì che la cristiana non ebbe da far altro che copiare anche qui. Le mortificazioni degli Indiani non furono mai nemmeno raggiunte dai più feroci asceti del Medio Evo; gli uni portano tutta la vita enormi collane di ferro; vanno altri barcollando sotto il peso di gravi catene; camminano questi con zoccoli guerniti di dentro di acute punte; quelli si appendono ad un albero; vedonsene camminare su accesi carboni; un penitente fece in dieci anni il pellegrinaggio di Benarès, misurando col corpo lo spazio che ne lo allontanava. Molti fra loro si rassegnano a trascorrere l'intiera vita immobili o giacenti a terra, o ritti, e finalmente a farsi schiacciare sotto le ruote dei carri che trasportano gli Dei. Nel buddismo certe epoche dell'anno sono segnate da pubblici digiuni, da astinenze dalla carne, e da molte pratiche austere; fra le quali una delle più comuni consiste nel recarsi alla pagoda camminando sulle ginocchia. Nel culto dei Cinesi si ordinano preghiere e digiuni nelle gravi calamità pubbliche. Nell'Egitto i sacerdoti di Iside si flagellavano in onore di essa, e per espiare le colpe del popolo: i fedeli dovevano astenersi dal mangiare determinati alimenti.
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