Appo i Greci esisteva l'acqua lustrale, sia per le lustrazioni espiatorie che per quelle propiziatorie; i sacerdoti di Dodona si facevano ferite e quelli di Diana giungevano talvolta a tali austerità, da mettere in pericolo la vita. Nella religione dei Romani le espiazioni s'adoperavano nelle pubbliche calamità, che parevano il castigo di tutto un popolo, ma che tuttavia la divozione di un uomo solo poteva allontanare.
I voti sono comuni a tutte le religioni prescristiane, salvo quella di Confucio. Presso gli Indiani, i voti più comuni degli ordini religiosi erano di rimanere celibi e di vivere di elemosine, di digiunare e di fuggire il soggiorno della città. Nel buddismo le figliuole erano esortate a far voto di castità; il Governo con moltiplicati onori rimunerava questo sacrificio; si scolpivano sulla facciata del monastero i privilegi onde fruivano quelle che vi abitavano; e giunte ai quarant'anni le vergini andavano libere. Nell'Egitto eranvi collegi di sacerdoti che facevano voti di castità. Nella Grecia la sacerdotessa di Bacco faceva voto di castità, come la Pitia di Delfo e le sacerdotesse di Diana; i sacerdoti di Cibele non solo davano voto di castità, ma si rendevano eunuchi. A Roma il collegio delle vestali formava un vero monasterio: le giovani romane, che vi entravano a sei anni per rimanervi sino a quaranta, prestavano voto di non lasciar estinguere il fuoco sacro e di serbare la loro verginità; e se taluna di esse violava quest'ultimo voto, era sepolta viva e l'amante messo a morte.
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