Quanto ai sacrifizi, ricorderemo solo quelli dei bramini e dei buddisti, che hanno conservato l'origine eliosistica. Secondo i bramini il sacrificio consisteva nel gettare sovra un braciere acceso riso e burro liquido: quando il fuoco sacro veniva a spegnersi, non si poteva riaccenderlo che sfregando due pezzi di legno secco fra loro: ciò che dà l'origine ed il significato del culto, come quello che è nato dalla scoperta del fuoco mediante la confricazione di due legni posti in croce. I buddisti offrono a Dio pane e vino, rappresentanti misticamente il corpo di Agni, e prima della cerimonia i bonzi benedicono i fedeli con un aspersorio.
La messa è tutta quanta pagana, fin nei suoi dettagli liturgici. Il prete, vestito di bianco, purificava il tempio e i fedeli aspergendoli, coll'aspersorio, di acqua lustrale. La cerimonia era seguìta da inni al Sole e al Fuoco, di cui sono rimaste le traccie nel Kyrie eleison, ecc. Indi aveva luogo l'immolazione della vittima, a cui in processo di tempo(303) fu sostituita l'ostia. Il prete, prima di fare la libazione del vino sacro (libazione deriva dal fatto che il vino era offerto a Liber, Bacco), si lavava le mani. Il Lavabo è una preghiera antica che rimonta ad Orfeo. Le ampolline per le libazioni, l'una per versare l'acqua sulle mani, l'altra per il vino, esistevano tali e quali sono oggi. Il prete, come oggi, recitava delle preghiere per scongiurare la divinità e benedire l'offerta. Poi celebrava per gli iniziati una cerimonia speciale per Giove Secretus, di cui rimane la traccia nell'orazione secreta che pronuncia il prete prima del sacrificio.
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