Costantino, tagliando corto alle dispute interne della Chiesa cristiana - che ne avevano segnato il lungo periodo della lenta formazione, durante il quale essa veniva elaborando e perfezionando i suoi dogmi, mediante la discussione delle varie sette cristiane fra di loro e in lotta col paganesimo(316) - indisse il famoso Concilio di Nicea, nel 325, ed è da quell'anno memorabile che data il consolidamento del cristianesimo.
Senza la conversione di Costantino al cristianesimo è dubbio se questo avrebbe potuto mai trionfare, non già per la pretesa(317) donazione di quello, che strappava al poeta ghibellino di Firenze la famosa invettiva:
Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
Non la tua conversion, ma quella doteChe da te perse il primo ricco patre!
ma perché diede al cristianesimo il modo d'imporsi con la violenza(318).
Imperocché fu soltanto mediante la forza, aiutata dalle frodi del clero e da altre circostanze fortuite - quali il trasporto della sede dell'impero da Roma a Bisanzio, che permise alla Roma dei Cesari di divenire la Roma dei Papi, e l'invasione dei Barbari, che disorganizzò l'impero, lasciando ritta la Chiesa sulle rovine di quello - che il cristianesimo poté trionfare e stabilire la sua tirannia sulle coscienze accanto alla tirannia temporale dei principi, in attesa del tempo in cui la Chiesa si tolse in mano da sola le due spade, le due tirannie, che fece pesare sulla povera umanità fino a schiacciarla coi roghi, con la tortura, col carcere, con l'esilio, con l'inquisizione, con gli ìndici, con la censura, con le confische, con le guerre di sterminio degli eterodossi, coi tribunali d'eccezione e con la capitis diminutio degli eretici, degli scismatici e degli ebrei.
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