Si fu perciò che una legge data da Teodosio toglieva il diritto di testare ai pagani che fossero ritornati al loro culto. Dieci anni dopo la stessa legge era rinnovata e, dichiarando infami gli apostati dal cristianesimo, concedeva che fosse offesa la memoria di essi e cassati i loro testamenti. Un'altra legge interdice assolutamente ogni sorta di sacrifici pagani. Il culto degli Dei, proscritto nelle città, si era rifugiato nelle campagne: Teodosio colpisce anche quest'ultimo rifugio, ordinando la confisca del campo ove fosse consumato un sacrificio.
Non viene più permesso di portare altro nome che quello di cristiani cattolici: interdetto agli apostati, oltre il diritto di testare, anche quello di vendere; pena del fuoco contro chi abbraccia la religione ebraica, con la confisca dei beni; autorizzata e premiata la delazione; ordine di rovesciare tutti i templi pagani; destituzione dei non conformisti dalle cariche pubbliche; esilio, pena di morte e confisca dei beni a chi compie ancora sacrifici pagani; esilio e scomunica contro chiunque osi discutere le affermazioni della Chiesa e dei preti; proibito agli eretici di ricevere beni; privazione di ogni diritto civile per chi non è cattolico; espulsione dei soldati da ogni legione se essi non sono cattolici; pena di morte contro il proprietario di qualsiasi libro che contraddica il Concilio di Nicea; una fede sola per tutti: quella di Nicea.
Tali, ed altre siffatte, le prescrizioni degli imperatori cristiani intese ad estirpare il paganesimo ed a consolidare il cristianesimo, imponendo silenzio ad ogni eresia.
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