La festa delle Gorgone, divinità infernali simboleggianti le tenebre più lunghe dell'anno, è stata rimpiazzata colla festa di santa Gorgona. Una nuova festa, consacrata a Bacco, si celebrava in dicembre sotto il nome di Dionysia: essa è passata anche al calendario cattolico. E qui torna opportuno rimarcare quanto frequente torni il nome di san Dionigi nel calendario cattolico: il che prova, non che siano stati così numerosi i Dionigi santi, ma che i santi Dionigi non sono che altrettante trasformazioni delle feste in onore di Bacco (Dionisio) che erano molto frequenti.
La formola romana flor et lux, fiore e luce, si è trasformata in santa Flora e in santa Lucia. Il soprannome di Giove, Nicephor, è diventato san Niceforo; e quello di Giunone, Pelasgia, santa Pelasgia. Athenea (Minerva) ha dato sant'Atanasio, ed Apollon, sant'Apollonio e sant'Apollonia.
Ove non si cristianizzarono le forme pagane, si inventarono santi nuovi indicati col nome stesso le virtù curative degli antichi idoli: una santa Lucia pel mal d'occhi; un san Gottardo per la gotta; una santa Toscana per la tosse canina; un san Latino per le malattie del latte; un san Bovo per le malattie bovine, ecc.
Anche gli attributi degli Dei si traslatavano facilmente nei santi cristiani.
Come Bacco, Noè e san Vincenzo presiedono alla conservazione della vite e della vendemmia. Come Nettuno, san Nicola e san Vincenzo Ferreri s'invocano per calmare le tempeste. Come Minerva, santa Caterina infonde la scienza. Come Esculapio, san Cosimo presiede alla medicina.
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