Del resto la prova della falsificazione scaturisce più che evidente dal fatto che Filone, come abbiam visto, ed Origene, come vedremo, non hanno mai conosciuto né nominato Gesù!
(27) Veggasi alla Parte IV, Capo II.
(28) Un contrassegno molto eloquente, citato dallo stesso Ganeval, sta nei Vangeli cristiani a tradire la loro origine egiziana: sono le allegorie dell'asino e dei porci. In modo più speciale la parabola del figliuol prodigo che si fa guardiano dei porci, e il miracolo dei demoni cacciati da Gesù dal corpo degli ossessi e fatti entrare in quello dei porci, sono assolutamente spostati in Giudea, ove è vietata la carne di porco, mentre si spiegano bene in Egitto, dove il porco era l'immagine del dissoluto ed il simbolo del demonio.
(29) Il Dide, nell'opera già citata (p. 171) rileva il Dialogo con Trifone di Giustino martire, nel quale l'ebreo Trifone nega l'esistenza e l'apparizione di Gesù su questa terra, dicendo che «se egli è nato, e se è nato in qualche luogo, egli è completamente sconosciuto». Egli nota che Celso, l'opera del quale però è stata distrutta, non nega l'esistenza di Cristo. Ma noi sappiamo che Celso, il quale viveva nel II secolo, non si è curato di tale questione, non avendone bisogno per la sua tesi; perché la sua tesi si limitò, ed egli lo disse, a confutare il cristianesimo, valendosi unicamente degli stessi libri sacri della nuova religione.
(30) Fozio, in Ganeval.
(31) Jésus-Christ et sa doctrine, lib. II, c. II.
(32) Contro i Luciferiani, c. 8. In Stefanoni, Dizionario filosofico, voce Doceti.
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