Questi pensieri umiliano lo spirito, ma aprono il cuore alla severità verso sé stesso, ed alla carità verso i suoi fratelli!!!...» (Roma e il mondo, sezione V, c. XVI).
(176) X, 34-37.
(177) XIV, 26.
(178) VIII, 21-22.
(179) IX, 61-62.
(180) XIX, 12.
(181) XIV, 26.
(182) XII, 25.
(183) Matteo VI, 24-34.
(184) Luca X, 39-42-
(185) Luca XIV, 33.
(186) Matteo V, 39-4.
(187) Matteo X, 5-7.
(188) Matteo XIX, 28.
(189) Matteo XV, 22-26.
(190) Giov. XVII, 9-20.
(191) Giov. VI, 44.
(192) Luca VIII, 10.
(193) Matteo XX, 1-6.
(194) Luca XIV, 11.
(195) Matteo XIII, 12; Marco IV, 25; Luca VIII, 18.
(196) Giov. IV, 38.
(197) Luca VI, 20; XVIII, 25; Matteo XIX, 24, 25 e 26; Marco X, 25.
(198) Matteo XXII, 8-13.
(199) Luca XV.
(200) Gal. II, 16-21; III, 10-25; I Tim. I, 9; Rom. III, 14-16; VIII, 29-30; IX, 11-12, 47 ss.; XI, 6; Ef. II, 5, 8, 9; II Cor. IV, 3, 4; II Tes. II, 10-12; I Tim. II, 25; I, 9; Filip. II, 13. Il dogma della predestinazione costituisce un regresso in confronto del politeismo greco-romano, il quale poneva la giustizia e l'umanità al disopra anche degli Dei, quando questi non rispettavano le leggi della natura e della coscienza.
(201) Marco XVI, 16. Notiamo qui che in altri luoghi Cristo predica la morale indipendente dal culto. Ma, mentre questa è un'altra di quelle numerose contraddizioni irreconciliabili e fondamentali che si accentrano in Cristo e che provano essere egli non una persona reale, ma un soggetto di speculazione delle più disparate scuole teologiche, d'altra parte vedremo a suo tempo che anche in ciò Cristo, o meglio il Vangelo, non fu originale, perché tale dottrina proviene dal profetismo.
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