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      (235) Nascendo fu chiamato Guatama, dal nome della tribù alla quale apparteneva la sua famiglia; Sâkya-Muni, o il monaco della razza dei Sakya; Siddârtha, nome impostogli da suo padre e che significa: «Colui nel quale si compiono i desideri»; ed in un'epoca posteriore Budda, vale a dire l'illuminato, dalla radice budh sapere.
      (236) Sopra Iside ed Osiride, c. 46.
      (237) Croyances et légendes de l'antiquité, c. Mithra.
      (238) Secondo la leggenda egiziana, il giorno in cui venne alla luce Osiride, «una voce gridò dall'alto dei cieli che era nato il Signore di tutto il mondo» (Plutarco, De Iside et Osiride, XIII). L'evangelista Luca (II, 11) non fece dunque che copiare la leggenda del dio egiziano.
      (239) Citato da Malvert in Science et Religion.
      (240) Parte seconda, capo III e IV.
      (241) L'ordine della creazione persiana è identico a quello della creazione della Genesi (Hyde, Volney, etc.). Rimarchevole è la circostanza che anche nei libri sacri degli Etruschi si trova la medesima tradizione.
      (242) Come la leggenda della creazione, così anche quella della fine del mondo fu tolta dalle mitologie orientali. Il Volney spiega anzi come essa sia nata da una interpretazione sbagliata delle tradizioni astronomiche persiane e caldaiche. Secondo queste, infatti, il mondo è composto di una rivoluzione totale di 12.000 e diviso in due rivoluzioni parziali, di cui l'una, l'età del bene finisce dopo sei mila, e l'altra, l'età del male, finisce dopo altri sei mila. Con ciò dovevasi alludere alla rivoluzione annuale del grande orbe celeste, o mondo, composto di 12 mesi, o segni, diviso ciascuno in 1000 parti; ed ai due periodi dell'inverno e dell'estate, diviso ciascuno per 6 mesi, o 6000. Questa divisione, in origine esclusivamente astrologica, presa dappoi in senso concreto, fu interpretata nel senso che il mondo dovesse durare 12.000 anni, divisi in 6.000 di infelicità e 6.000 di felicità. Onde, supponendosi che quelli fino allora passati fossero quelli d'infelicità, secondo il calcolo dei settanta, i cristiani credettero che fosse prossima la fine del mondo o dei 6.000 anni di infelicità, tanto che nei Vangeli Cristo la annunzia imminente in quella stessa generazione.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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