Si sa quanto questa credenza abbia agitata la Chiesa cristiana nei primi secoli, e poscia all'anno mille, cui fu rimandato l'adempimento della profezia dall'Apocalisse, che aveva provveduto a salvare il prestigio dei sacri libri cristiani quando fu visto che la profezia dei Vangeli, messa in bocca a Cristo, non si era avverata. La leggenda della fine del mondo, come si trova nell'Apocalisse, è del resto una copia dell'identica leggenda che si trova nei libri sacri indiani, ove ha le medesime immagini e i medesimi fenomeni, presso a poco, che ha nell'Apocalisse. Non per nulla fu immaginato che il preteso autore dell'Apocalisse sia stato in Asia e l'abbia scritta al suo ritorno. La descrizione della fine del mondo è tale nel cristianesimo quale nella religione zendica; anche qui il mondo sarà consunto dal fuoco, appiccato da una cometa. Allora il Messia zendico, preceduto da due profeti (gli Enoch ed Elia della mitologia giudaica), verrà nel mondo a distruggere l'impero delle tenebre ed a giudicare i vivi ed i morti. Solo nel maddeismo anche i malvagi saranno purificati e perdonati.
(243) Un particolare degno di nota è la rassomiglianza del Paradiso terrestre persiano con quello della Genesi. Il Paradiso terrestre persiano si chiama Eren, in luogo di Eden, sicché non ci fu che il cambiamento o la corruzione d'una lettera dell'alfabeto nel passaggio dalla leggenda persiana a quella ebraica. In entrambi i Paradisi terrestri esistono i medesimi fiumi. L'albero, poi, porta 12 frutti, che corrispondono alle dodici divisioni, ai 12 segni, ai 12 mesi della rivoluzione annuale, durante cui l'uomo subisce alternativamente i periodi di bene e di male, di luce e di tenebre, di caldo e di freddo.
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