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      (256) Quanto alla morte speciale di Cristo, giova ricordare una circostanza forse influente, citata dal Bianchi-Giovini. Nella Persia solevano prendere - nella festività chiamata in caldeo Suchaià o delle capanne e che durava cinque giorni - uno dei condannati a morte, lo vestivano da re, lo ponevano sul trono, gli davano ogni licenza e poscia, passati i cinque giorni, lo spogliavano, lo flagellavano e lo conficcavano in croce. (Bianchi-Giovini, Critica dei Vangeli, libro IV, c. VII).
      (257) Salmi, IV, 12; XVIII, 5, 8.
      (258) All'epoca in cui nacque il cristianesimo era l'Agnello delle costellazioni che apriva l'equinozio della primavera. Prima, per effetto della precessione degli equinozi, era la costellazione del Toro; onde le antiche mitologie - Giapponese, Egiziana, Persiana - e gli antichi Ebrei (vitello d'oro) adoravano appunto il Toro o il Bue, il quale è ricordato anche nell'Apocalisse. Il Toro della religione persiana versava il sangue per la salute del mondo, precisamente come l'Agnello cristiano, il quale libera il mondo dal male, vale a dire, dalla costellazione del Serpente, causa della caduta, perché è il segno della costellazione che apre l'inverno. Questo Serpente ha il medesimo significato nella teologia dei Fenici.
      (259) Op. cit., cap. 2.
      (260) Il Burnouf avverte a questo proposito la presenza della pietra focaia che si trova nel cerimoniale della Chiesa romana, e che ricorda il modo onde era prodotta la nascita del fuoco.
      (261) Sono fra costoro parecchi Giuda e Mattia.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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