Santa Caterina da Siena insegnava che i lavamenti del corpo non sono propri della sposa di Cristo; san Benedetto dispose che raramente si permettesse il bagno ai monaci; sant'Alfonso dei Liguori non consumava molt'acqua per pulirsi il viso; san Giovanni vescovo stimava gran virtù il non lavarsi mai; santa Landrada non conobbe cosa fosse bagno; e san Francesco d'Assisi, il beato Labre e il Padre Silveria cristianamente consideravano come fratelli i pidocchi, compiacendosi di averne grande abbondanza per il corpo!... Quale regresso segnò a tale proposito il cristianesimo sul paganesimo! L'uso dei bagni era generale presso i pagani, come gli esercizi fisici e le conversazioni spirituali: ma il trionfo del cristianesimo apportò la caduta degli acquedotti e delle terme, e la diserzione dalle palestre. Ed ancor oggi la Chiesa non ha alcuna precauzione igienica, sia nelle processioni che nel battesimo, nei baciamenti delle reliquie e nell'acqua benedetta, vero luogo di incubazione, di conservazione e di propagazione dei bacteri. Ben a ragione Emilio Zola ha potuto flagellare il cattolicismo con questa scultoria sentenza che dice quanto un libro: «La saleté et la vermine se sont mises dans tous les pays où le catholicisme a triomphé, partout où il a passé comme un souffle de mort, frappant de stérilité la terre, jetant les hommes à la paresse et à l'imbécillité morne, car il est la négation même de la vie; il tue les nations modernes, ainsi qu'un poison lent et sûr».
(283) A proposito delle piaghe della società antica, e delle apologie dei cristiani che al cristianesimo attribuiscono, contro ogni evidenza, il merito di averle sanate, Ernesto Havet ha scritto una magnifica pagina che, contrariamente al nostro sistema, riproduciamo nel suo idioma originale, perché nulla perda del suo vigore.
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