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      Stato e Chiesa sono egualmente interessati a mantenere i popoli sotto il giogo celeste, modello dei gioghi terreni. Il diritto divino dei tiranni ha bisogno di venire consacrato dall'olio dell'impostura sacerdotale. La menzogna religiosa serve di suggello al privilegio della forza, come la forza brutale serve di protezione al privilegio della menzogna religiosa. Il trono e l'altare hanno interessi di classe comuni. E se qualche volta si bisticciano fra loro non è che per la questione della preminenza: ma l'uno non può far senza dell'altro. Togliete al trono la consacrazione dell'altare, ed avrete quei tiranni filosofi che preludono al tramonto della tirannia, oppure il contratto sociale e la dichiarazione dei diritti dell'uomo; togliete all'altare la protezione del braccio secolare, ed avrete l'atomismo religioso, che il Guyau nell'Irréligion de l'avenir crede sarà lo stato definitivo della religione, ma che per noi è preludio all'indifferenza, morte degli Dei. Per ciò solo si spiega la lentezza del cammino fatto finora dall'idea della separazione dello Stato dalle Chiese; la quale per altro potrebbe sola garantire la libertà di coscienza. Tutto il male commesso dalle religioni derivò, secondo Giulio Simon (nel libro: La libertà di coscienza), dall'unione dello Stato con la Chiesa. Tale fu anche l'opinione di Marco Minghetti, nel suo Chiesa e Stato. La sentenza è vera solo in parte; perché la religione è ben altrimenti fatale all'umanità. Ma almeno con la separazione e con la conseguente laicità dello Stato, coronata dalla neutralità della Scuola, ci impedisce la violenza brutale e si restituisce il pensiero alla sua libera evoluzione naturale.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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