Ora si annuncia la pubblicazione di un libro dello scrittore russo B. Rogatcheff, L'Idolo e la sua morale, già tradotto in francese, nel quale, partendo dal concetto che la morale cristiana forma degli schiavi, onde approfittano destramente i potenti, l'autore combatte la teoria della rassegnazione e della non resistenza proclamata dal Tolstoi. Ottimamente!
(314) Che la conversione di Costantino sia stata dettata unicamente dall'opportunismo politico, è confessato da lui stesso nella lettera in cui, parlando della disputa sollevata da Ario, che pure riguardava la base stessa del cristianesimo, la chiama piccola, vana, inutile, non meritevole di discussione, né di risposta, etc. (Eusebio, lib. 2, c. 64).
(315) Zosimo, 150.
(316) Faremo grazia ai nostri lettori anche della sola indicazione di queste dispute, il cui carattere esclusivamente teologico fa stupire ai nostri giorni positivi del come mai l'umanità abbia potuto perder tanto tempo e tanto ingegno e far correre tanto sangue per questioni così stupide come quella, ad esempio, dello jota delle parole homoiousios e homoousios, jota che doveva decidere nientemeno che la questione della divinità di Cristo. Ma il fatto di queste dispute dimostra che la fede cristiana è venuta formandosi laboriosamente e lentamente, e depone nel senso che il cristianesimo, lungi dall'essere stato l'opera perfetta di un uomo, fu l'opera imperfettissima di molte scuole ed anche del caso. Sicuro: anche del caso; poiché i dogmi del cristianesimo, prima di venire adottati, e di diventare obbligatori per i fedeli come oggi sono, non solo passarono al crogiolo delle dispute più accanite fra padri, santi, vescovi, papi e dottori della Chiesa, tutti parimenti ortodossi e credenti, ma furono accettati da maggioranze formatesi a caso, il più delle volte contro minoranze imponenti, e dopo numerose assemblee in cui a volta a volta riusciva vittorioso l'uno o l'altro partito.
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