Non solo, ma le medesime questioni trovano nella Bibbia il pro ed il contra. Il Nicolas citava, a questo proposito, il seguente distico del teologo Werenfels sulla Bibbia:
«Hic liber est in quo quaerit sua dogmata quisque,
Invenit et pariter dogmata quisque sua».
(329) I progressi della morale si ripercuotono perfino sulla religione, malgrado sia questa la forza conservatrice per eccellenza, e la costringono ad evolversi, se è suscettibile di evoluzione, od a scomparire, per lasciar posto a credenze sempre meno grossolane. Questo processo evolutivo fu bene tracciato da Beniamino Constant (De la religion). Ancora meglio ha visto e tracciato l'interdipendenza dell'evoluzione scientifica con l'evoluzione religiosa Giovanni Bovio, nella sua enciclopedia Scienza del Diritto, ove pone la legge che quanto più cresce l'Ateneo, tanto più si attenua la Chiesa. Ci pare però ch'egli, per amor di sistema, commettesse un apriorismo, dicendo che la religione intisichisce sempre ma non muore mai del tutto. Invece a noi pare di potere applicare, invertendola, la famosa sentenza che Siéyès applicava al Terzo Stato: Cosa fu finora la Religione? Tutto! Cosa sarà domani? Nulla!
(330) Ottimi saggi in questo senso furono già fatti dai migliori pensatori moderni. Veggansi segnatamente: L'utilitarismo di Stuart Mill; La morale dei positivisti di Roberto Ardigò; La morale evoluzionista di Herbert Spencer; La morale sociale di Benedetto Malon; Esquise d'une morale sans obbligation ni sanction del Guyau; e, ancor più recente, La morale et la science des moeurs di Lévy Bruhl.
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