La polluzione volontaria è quella che si compie in modo diretto o di cui si cerca volontariamente la causa. È involontaria, se avvenga senza la cooperazione della volontà, sia vegliando, sia dormendo.
Siccome la polluzione affatto involontaria non può essere un peccato noi qui non ne parleremo se non in quanto può aver relazione a un peccato.
Perciò noi tratteremo:
1. Della polluzione volontaria, in sè stessa;
2. Della polluzione volontaria, nella sua origine;
3. Della polluzione notturna;
4. Dei movimenti sregolati;
5. Norme del confessore verso coloro che hanno l'abitudine di darsi alla polluzione.
§. I. Della polluzione volontaria in sè stessa.
Molti probabilisti negarono seguendo Caramuel, che la polluzione fosse per diritto naturale proibita, imperocchè la emissione del seme umano puossi paragonare ad una emissione di sangue, di latte, di orina e di sudore, e per conseguenza, se non la proibisce la legge positiva divina, lecito sarebbe e necessario il compierla ogni qualvolta la natura lo richiedesse. Nessun teologo però è di questo parere.
PROPOSIZIONE. — La polluzione, considerata in sè stessa è un peccato contro natura.
Questa proposizione è provata dalla Sacra Scrittura, dalla autorità di Innocenzo XI, dal consenso dei teologi e dalla ragione.
1. Sacra Scrittura: I. ai Corint. 6. 9. «Sappiate che nè i fornicatori, nè gli adoratori d'idoli, nè gli adulteri, nè i segretamente incontinenti, nè i sodomisti possederanno il regno di Dio.» Ai Gal, 6. 19; «È certo che coloro i quali, come dissi e ripeto, si abbandonano a cose carnali, cioè alla fornicazione, all'impurità, alla impudicizia, alla lussuria e cose simili, non entreranno nel regno di Dio.
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