Così S. Liguori, l, 3, n. 420. Collet, Billuart, e molti altri, contro Diana e Sanchez, il quale ultimo ha poscia modificato la sua opinione.
Secondo La Croix, Sanchez, e S. Liguori non sarebbe peccato mortale il toccar le parti genitali d'una bestia senza intenzioni libidinose, sempre che non avvenga perdita di seme; Concina, Collet, e Billuart, ecc. affermano l'opposto e sostengono che questa azione è gravemente pericolosa.
Colui dunque che predilige la castità deve astenersi da questi atti; e i confessori devono comportarsi con molta prudenza verso coloro che peccano su questa materia, affine di non conturbarli senza frutto o con pericolo.
Quelli che sono da necessità obligati ad aiutare nei loro accoppiamenti gli animali domestici, come i cavalli, i tori e i porci, non peccano, benchè sorgano in essi dei movimenti libidinosi, ai quali però essi non acconsentano. E' questa opinione universale.
§ III. — Degli sguardi impudichi.
L'esperienza dimostra che la vista influisce meno sulla lussuria che il tatto: nullameno non si può negare essere gli sguardi impudichi spessissimo un peccato mortale o veniale secondo l'intenzione, il consenso, o il pericolo:
1. E' certo — ed è evidente — che certi sguardi, benchè in se stessi onesti, sono peccati mortali quando avvengono accompagnati da prava intenzione.
2. Sarà pure un peccato mortale se il guardare impudico eccita i moti della cuncupiscenza e si presta ad essi assenso.
III. Se, senza necessità o una rilevante utilità, guardansi deliberatamente le parti veneree o le parti ad esse vicine d'una persona più grande, di sesso diverso, anche senza passione libidinosa, si pecca mortalmente, imperciocchè questi sguardi eccitano moralmente i movimenti lussuriosi ed anche la polluzione.
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