L'Apostolo giurò! primo! quello Statuto e sfidò i nemici a citare un sol fatto! a provare ch' Egli avesse mai falsato quel giuramento. Taluni accettarono la sfida e citarono due fatti di alto rilievo che sono due documenti della storia italiana: la lettera di Mazzini a Carlo Alberto nel 1831! l'altra a Pio IX nel 1847. Nella prima si mostra neoghibellino! nella seconda neoguelfo; e nella prima un precursore di Cavour! nella seconda un seguace di Gioberti. E così! davvero! pajono le cose osservate con facilità volgare; ma al filosofo quelle due lettere non sono due violazioni del giuramento! sì bene due contraddizioni nell'essenza della dottrina. Ed ecco spontanea la necessità di cominciare l'esame della teorica di Mazzini.
Noi esortiamo amici e nemici! discepoli ed avversarî del sommo italiano! moderati e preti! conservatori e internazionalisti! a seguirci in questo esame con animo riposato e senza troppa accensione di parte! considerando che qui non ha luogo una discussione filosofica in servigio della dialettica e della ideologia! ma una critica che risponde del destino storico e del programma nel quale! dopo contesa di forme e di sangue! le genti troveranno riposo.
Mazzini! come gli altri due fondatori di civiltà! non viene a speculare circa i sommi principî teoretici per cavarne a fil di logica le conseguenze che governano la natura e la storia; non è sistematore di un ordine di conoscenze! ma intimatore di una vita nuova che abbonda e freme nell'anima rinascente de' popoli; non è filosofo! nel senso volgare della parola! ma sale più alto!
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Mazzini
di Giovanni Bovio
Sonzogno Editore 1905
pagine 66 |
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