Momenti di questa dialettica potevano essere le federazioni! ma non quelle di Cattaneo e di Ferrari; anche l'unità! ma non quella di Mazzini. Le differenze restavano profonde negli intenti! nelle forme! ne' metodi.
Le innovazioni - osserva Mazzini - non vennero mai dall'alto o - se mai - vennero false e fugaci. Chi le dà! le toglie. Per essere effettuali e durevoli debbono salire dal fondo.
E salgono per gradi - dai comuni alle nazioni e da queste all'umanità - perchè stima falsi gl'intermezzi ed equamente graduabile l'espansione della libertà.
Questo in genere. Quanto all'Italia! non può risorgere che ad unità e da Roma. Col Papa no; e non c'è che una sola idea! la democratica. Senza Roma c'è Italia! e senza questa idea non c'è Roma.
Per qualunque altra via a Roma si giunge minori ed ospiti.
Fermiamoci. Sono! dunque! due uomini-programmi. Noi a distanza d'una generazione da quelli! possiamo giudicare avverate molte previsioni di Gioberti circa l'egemonia piemontese e l'avvenire di Casa Savoja! e molte previsioni di Mazzini circa l'unità e la condizione della nostra dimora in Roma. Cattaneo toccò nicchiante il limitare della camera unitaria; Ferrari morì due volte in Senato! entrando ed uscendone; la gran lotta ideale continuavasi insoluta tra due profeti - uno morto esule a Parigi esortando i municipali a farsi italiani! l'altro morto esule in patria! dopo aver veduto! pensoso e triste! la monarchia in Roma. L'uno non vide l'unità! l'altro non vide la repubblica. Ma la lotta vera! il gran sottinteso del nostro dialogo politico è come fu posto da quei due.
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Mazzini
di Giovanni Bovio
Sonzogno Editore 1905
pagine 66 |
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