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      E da Roma si farà il giudizio tra il profeta della monarchia e quello del popolo.
     
      V.
     
      Insoluto è ancora il dialogo! come quello dell'Eutifrone platonico! ed insoluto io l'ho lasciato. Ma! per questo appunto è il solo dialogo sincero che il paese fa ancora: il resto è alterco! che potrebb'essere consegnato a Goldoni! se non fosse interrotto dal gemito lungo di un coro invisibile.
      I moderati non negano le luminose finalità della storia! ma si appellano al metodo! e - inconsapevoli talvolta - sono dialettici come Gioberti! che resta ancora il loro filosofo e pensatore! il profeta de' loro successi. I democratici! quando vogliono confessare il contrasto tra l'idea di Roma e i nuovi moderatori e indicare un possibile equilibrio! rileggono le pagine di Mazzini.
      Gli uni possono rinfrescare la dialettica giobertiana coll'evoluzione di Spencer! gli altri compiere l'ideale mazziniano con la critica di Marx! ma i due termini del dialogo quelli restano! e ciò che vi si caccia in mezzo riesce ad una successione di equivoci e di delusioni.
      È per questo che que' due i quali furono gli ultimi termini del dialogo nazionale! che ogni giorno più si vien risolvendo in Roma! que' due furono gli ultimi artefici di stile. Dico di stile veramente! non di lingua; giacchè per eleganza! snellezza e perspicuità noi abbiamo scrittori egregi; ma dico che ben altro è lo stile: è una forte impronta personale! espressione di una idea dominante. Più risentito e italiano quello di Gioberti; più biblico e universale quello di Mazzini! secondo il concetto che ci si veniva formando di una letteratura europea.


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Mazzini
di Giovanni Bovio
Sonzogno Editore
1905 pagine 66

   





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