- tutto ciò! eccellente per le comuni perorazioni! non mi bisogna. Pulsate forte contro la lapide! che c'è di lui? Il monumento votatogli in Roma dal Parlamento non sorgerà. Non è la Roma sua. Che c'è di lui! veramente? Il solito pugno di cenere! se lo guardate attraverso un certo positivismo opportunista: i suoi scritti possono equivalere a quelli di Tommaso da Kempis! la sua vita a quella di Bonaventura da Bagnorea. Ma! guardato attraverso la successione storica delle idee e de' fatti! è un fenomeno che rompe la generazione entro la quale Giuseppe Ferrari si sforzò a conficcarlo! ed emerge luminoso! evocato da' dolori! dalle speranze! da' nemici disacerbati dalla morte e da' disinganni dei giovani non condannati dal calcolo a prematura vecchiezza.
Nulla resta di lui! sfrondato parola a parola: tutto vien vecchio! Dio! unità! repubblica! redenzione delle plebi e della terra! umanità: termini rosi dai secoli.
Molto vive di lui e vivrà! se abbracciate la sintesi di questi termini! il sistema del quale egli pose la pietra e ad altri trasmise il dovere e l'onore dell'edificio.
E nel sistema ciascun termine si svecchia e si trasforma: il Dio di Mazzini può farsi la semplice legge cosmo-sociale; l'unità diventa l'organismo nel più largo decentramento ed un grado per altre unità superiori; la repubblica non più aristocratica! non borghese! non classica nè medioevale! ma nuova e sociale; la redenzione delle plebi non più celestiale e futura! ma terrena e presente; l'umanità non una cosmopolitìa stoica o cristiana! bensì interfederale ed organica.
| |
Mazzini
di Giovanni Bovio
Sonzogno Editore 1905
pagine 66 |
|
|
Roma Parlamento Roma Tommaso Kempis Bonaventura Bagnorea Giuseppe Ferrari Dio Mazzini Dio
|