Pag 237 Linea 18 - ambe le maniPag 260 Linea 5 - non siano che allucinazioni
Pag 285 Linea 7 - si spiegherebbe
I.
Soltanto dieci anni sono, io sapevo appena cosa fosse lo spiritismo; lo compativo anch'io con sorriso indulgente, come fosse la grande superstizione del secolo XIX, una nevrosi epidemica ma passeggiera, prodotta da un lievito di antichi errori, che fermentava nell'ignoranza delle leggi scientifiche, nella paura di morire, e nella passione del maraviglioso, che toglie il senso comune, il così detto senso della realtà.
Ma alcuni anni di studio della filosofia mi fecero prima perdere, non il buon senso, ma il senso comune, o meglio il concetto che si ha comunemente della realtà, e mi convinsero della verità dell' idealismo inglese e tedesco che non solo il sapore e l'odore, il suono ed il colore, ma anche il tempo e lo spazio, la materia e la forza, sebbene esistano realmente, non sono però ciò che sembrano; che la nostra vita non è che un sogno, nel quale non si riflette che un'immagine parziale di una realtà, della quale per ora sarebbe temerario perfino il dire se sia infinita o no; che il campo del possibile è molto più vasto di quello del nostro sapere, e che, per dirla con Shakespeare, ci sono sulla terra e nei cieli molte più cose di quelle che si sogna la nostra filosofia. Intanto lo studio della psicologia mi conduceva man mano al magnetismo, poi alla suggestione mentale, poi alla telepatia. Dalla telepatia allo spiritismo è breve il passo; e poco alla volta mi convinsi: 1º che i fenomeni spiritici sono reali; 2° che, tra le ipotesi che per ora si possono fare per spiegarli, la spiritica è la più probabile.
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